Per la visita pastorale del vescovo GIULIO

 

RELAZIONE SULLA PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA IN PONTOGLIO

 

Il paese – anche per la sua collocazione geografica - fatica a cogliere le novità di un mondo che cambia. Più che l’intelligenza del comprendere sembra prevalere l’impegno nel fare (si lavora tantissimo!) per il risultato da conseguire.

In questo contesto c’è una comunità di credenti che ‘soffre le doglie del parto’: sente la necessità di non perdere il valore della propria tradizione nel travaglio della ricerca di una fede più incisiva sulle scelte concrete di vita personale, familiare e comunitaria.

Sulle radici e sul tronco di una consolidata tradizione vivono tanti :

- con molteplici forme di pietà a ispirazione spiritual-individualistica. Col rischio che anche le celebrazioni eucaristiche. – tante nei giorni feriali e nei festivi grazie alla presenza di quattro sacerdoti !- siano vissute da molti come devozione o come atti dovuti al precetto o alla memoria dei morti

- con tante preghiere dette al Signore, alla Madre sua qui Amatissima e ai santi; debole la disponibilità a tacere per lasciare che La Parola di un Dio che parla arrivi in profondità.

- con una organizzazione della vita parrocchiale ( orari celebrazioni, orari iniziative di formazione…) tendenzialmente ancorata ai ritmi di vita e alle forme espressive di tempi remoti; la complessità della vita sociale di oggi peraltro non facilita il declinare tempi comunitari sacri al Signore.

- si vive con stupore, ansia e sofferenza da parte di molti adulti e anziani il fatto che molti giovani - pur giudicati buoni – non frequentino la chiesa secondo l’esempio dei padri e delle madri.

Sono comunque segni di grazia

1)      il pregare tanto ( davvero a Pontoglio si prega tanto!)

2)      l’accesso ai sacramenti costante e numeroso

3)      la presenza di persone e gruppi che ricercano forme di spiritualità significative ( in movimenti, in esperienze di spiritualità varie - anche fuori dalla comunità).

Questo non lascia indifferenti le nuove generazioni che, dall’esempio di molti adulti,

ricevono un messaggio positivo, ne restano sorpresi e, in parte, coinvolti.

Alle nuove generazioni la fatica dei padri ha consegnato e rinnova costantemente la consegna di un grande oratorio che resta il più spazioso ambito di pastorale e di socializzazione per bambini, ragazzi, adolescenti e giovani. Anche un bel gruppo di giovani-adulti vive l’oratorio come ambito in cui operare per i propri figli sia nelle attività di formazione cristiana sia nelle attività di socializzazione.

Alcuni segni nuovi sono visibili:

-         le liturgie sono più partecipate e vissute

-         in molti genitori giovani emerge la necessità di trovare nel messaggio cristiano un senso di vita significativo da trasmettere ai propri figli.

-         la frammentazione sta lasciando il posto ad una più incisiva volontà di vita comunitaria

-         le forme di carità organizzata stanno scoprendo che il quanto si fa è meno importante della qualità delle relazioni che si stabiliscono col prossimo in stato di sofferenza.. Dei fratelli provenienti da altre culture ci si sta occupando con attività di dialogo e di servizio per tutti e con una azione pastorale integrata nel cammino della comunità per quelli che condividono la nostra stessa fede e l’appartenenza alla stessa Chiesa..

-         i meno giovani stanno avvertendo che è necessario considerare le nuove generazioni come

doni preziosi dello Spirito alla Chiesa e si sforzano di esprimere forme di pratica religiosa e

di vita cristianamente significative.

-         si sta meditando e pregando per scoprire quali possano essere le modalità che rimettano al centro della vita della famiglia e della comunità la pasqua settimanale.

-         si sta, non senza fatica, elaborando attorno ad una ministerialità e missionarietà non riservata ai soli consacrati. Vuole questo essere un messaggio vocazionale che non nasconde l’ amara constatazione che da troppi anni soffriamo della non- presenza di giovani orientati a forme di vita consacrata.

-         si sta, non senza fatica, scoprendo quale deve essere nell’ambito della vita sociale lo specifico della comunità dei credenti

-         si sta, a seguito della visita pastorale e in concomitanza col centenario di consacrazione della nostra Chiesa parrocchiale, progettando un anno di discernimento spirituale comunitario finalizzato a verificare su quali contenuti e su quale modello organizzativo sia possibile offrire alle nuove generazioni un volto di parrocchia nuova. Siamo coscienti che non ci toccherà fare tante altre cose, ma impegnarci soprattutto a far nuove le cose.

 

Questo in sintesi il volto della nostra comunità per la quale chiediamo il conforto e le indicazioni del magistero del Vescovo.